San Giovanni Evangelista - Coltaro

La Chiesa, dedicata a San Giovanni Evangelista, risale al 1300. 

 

Le prime notizie sulla chiesa si hanno in un documento del 1299 chiamato Ratio Decimarum che recava l'indicazione dell'"Ecclesia de Cotaro in Plebe Sancti Quirici".

 

L’attuale edificio, di cui è stata rifatta la facciata e che è stato innalzato di circa due metri a causa dell’alluvione nel 1948, fu consacrata il 25 dicembre 1690: presenta una navata centrale a due spioventi e due navate laterali dotate di ingressi indipendenti aggiunte alla fine del XIX secolo.

 

Il portale centrale è sormontato da un rosone circolare in marmo bianco aggiunto nel 1950. Questa chiesa era poverissima e fu leggermente arricchita dai conti Simonetta di Torricella, di cui Coltaro fu feudo.

 

Nella Chiesa sono presenti:

- Pianeta, in stoffa di seta a sfondo rosa con intessuti vari disegni di colonne, richiami floreali e altri richiami architettonici caratterizzati da colorazioni vivissime e risaltanti (oro, rosso, azzurro, argento, ...). La tradizione vuole che questo splendido paramento sacro derivi dalla generosa donazione della duchessa di ParmaMaria Amalia, moglie di don Ferdinando di Borbone.

- S. Giovanni Evangelista a Patmos, dipinto ultimato nel Primo Settecento, situato nell'abside, entro cornice intagliata.

- Ancona in stucco lucido e altari (in simmetria nelle navate prospicienti, maniera del Rusca)

- Piccola ancona, con statua lignea di Sant'Antonio di Padova, secondo Settecento.

da Voci n. 8/2022

GIOVANNI BOLLA, PITTORE PARMENSE DEL SETTECENTO, NELLA CHIESA DI COLTARO.

Giovanni Bolla, nato nel 1650 a Parma, città in cui morì nel 1735, fu apprezzato pittore alla corte dei Farnese e dipinse numerose opere nelle residenze nobiliari e nelle chiese della capitale del Ducato, ma anche in provincia (vedi articolo del giornale VOCI, dicembre 2021, pag.4).  

Gli studiosi Giuseppe Cirillo e Giovanni Godi attribuiscono al Bolla anche il quadro posto nell’abside, nella chiesa di San Giovanni Evangelista, a Coltaro. La grande tela, in parte ridipinta, raffigura San Giovanni Evangelista a Pathmos ed è stata eseguita nei primi anni del XVIII secolo. Più tarda, della prima metà dell’Ottocento, è la cornice lignea intagliata e dorata, caratterizzata da strigilature e fastigio a giorno con motivi vegetali, floreali e cartiglio recante al centro la scritta: VIDI/SANCTAM CIVITATEM/IERUSALEM.

Il dipinto raffigura il Santo, autore del quarto Vangelo, che fu esiliato nell’isola greca di Pathmos a causa della sua predicazione e della testimonianza di Gesù in Asia Minore. Scrisse il libro dell’Apocalisse che completa le informazioni profetiche rispetto al piano di Dio e descrive gli eventi futuri dell’umanità, il Giudizio finale e la Gerusalemme celeste.

La scena del dipinto illustra l’episodio narrato nel libro dell’Apocalisse (XII, 1-6) con la visione di San Giovanni. Entro uno spazio definito tra cielo e mare, delimitato dalla quinta di rocce, la figura del santo si allunga in primo piano col libro aperto, in atto di scrivere con la destra, mentre il volto è raccolto in una fissità attonita mentre col gesto della mano sinistra indirizza lo sguardo dello spettatore verso l’alto, verso lo squarcio allusivo alla Gerusalemme Celeste, come si evince dalla scritta del cartiglio della cornice.

Lo stile pittorico del Bolla si forma sullo studio di Correggio e Parmigianino, ma denota anche forti cadenze bolognesi. Notevoli sono le analogie col dipinto nell’abside della chiesa di San Nazzaro con i SS. Nazzaro e Celso, entro bella cornice con fastigio ottocentesco, anch’esso attribuito all’artista.