RICORDO DEL DOTT. EZIO BOSI

Compito difficile da parte del comitato di redazione “Scrivi tu un pezzo per ricordare Ezio Bosi”: saprò rendergli merito?

Mi metto all’opera e il mio pensiero va subito anche ad Albertina perché era difficile vedere l’uno senza l’altra; lo sguardo va oltre la strada alla finestra del soggiorno sempre aperta quando Ezio e Albertina erano a Sissa, all’incrocio degli sguardi, al saluto, va al periodo in cui ancora Ezio svolgeva la professione con Albertina sua assistente, a quando a fine giornata, uscivano insieme ad accompagnare l’ultimo paziente e si fermavano sulla strada per scambiare due chiacchere.

Ezio abitava a Sissa, ma un pezzo del suo cuore era rimasto a Gramignazzo, dove era nato ed aveva trascorso gli anni della gioventù e lì risiedevano i suoi più cari amici. E allora perché non sentire uno di loro: Arnaldo.

“Io sono più giovane di Ezio, ma quelli della sua età sono già andati avanti Ho cominciato a collaborare con Ezio nel periodo in cui Daniele frequentava le elementari: per ricordare Italo Ferrari Ezio mi aveva chiesto di fare un Teatrino di legno e dei burattini; abbiamo cominciato a fare rappresentazioni qui a Gramignazzo, poi siamo andati in tante scuole e paesi. Posso affermare che da allora si è creata una salda e fraterna amicizia. Ezio, era una fucina di idee, faceva manifestazioni con niente, poi di anno in anno crescevano: a Ezio si deve la costituzione dell’Ardisci nel 1945, con “gli amici del Santuario” ha raccolto i fondi per la ristrutturazione della Canonica della Madonna delle Spine e per il parco; poi come non ricordare il Campionato del gioco della morra e quello di briscola femminile, la Corale e le rappresentazioni della Natività e della Passione: tutto il paese era coinvolto, ma adesso la gente ha altro da fare, si passano le feste nei centri commerciali e i paesi si svuotano, allora invece... Forse per il fatto di non aver figli, forse per la sua formazione nell’ambito Salesiano il suo scopo era soprattutto quello di coinvolgere i giovani. Ma chiedi a Fabio che giocava a pallacanestro e a Patrizia che ha giocato a calcio femminile”.

“Fabio tu giocavi nella squadra di pallacanestro, che ricordo hai del Dott. Bosi”?

“Del Dott. Bosi ho un buonissimo ricorso, grazie a lui si è costituita la squadra Libertas Sissa, composta anche da giocatori che venivano da Parma; giocavamo in palestra in inverno e in montagnola in estate; partecipavamo a un campionato interprovinciale e quando si facevano le trasferte, ci stipavamo un po’ nell’auto di Ezio un po’ nell’auto di Sartori. Con la scusa degli allenamenti trascorrevamo insieme dei sani pomeriggi senza annoiarci. Non abbiamo raggiunto grandi vette e quando perdevamo, con la sua contagiosa risata diceva: “Ragas sarà per la prossima volta”, non l’ho mai visto arrabbiato. Era sempre disponibile per ogni richiesta che gli facevamo e pensa, prima della partita andavamo in casa sua, nel sottotetto, dove trovavamo tutte le nostre mute stese e a fine partita le riportavamo lì, per trovarle lavate e stese per la prossima partita, noi non abbiamo mai speso una lira. Abbiamo partecipato volentieri anche a tante altre manifestazioni che organizzava con la Polisportiva Libertas, come il campionato mondiale dei mangiatori d’anguria e il tiro alla fune nel periodo della fiera. Ci vorrebbe una giornata intera per ricordare i vari esilaranti episodi che scaturivano da quelle iniziative.

Patrizia mi hanno detto che tu hai giocato in una squadra di calcio femminile è vero? Il sorriso di cortesia di apre nel ricordo.

“Sì, è vero, ero portiere della squadra, ma prima avevo fatto parte della squadra di pallacanestro allenata da Mauro Zardi e poi, entrata nel vortice del Dott. Ezio, ho partecipato più volte come figurante al palio di Parma. E poi… ti ricorderai anche tu quel carnevale svolto in collaborazione col Prof. Giuseppe Gualazzini, dove noi femmine rappresentavamo le Amazzoni e i maschi i Teutoni, la camminata a Fontanellato, la “marciabislonga”, la” festa dell’uva” a pigiare sui carri a Madonna delle Spine, la “Festa e Benedizione degli animali” e la “festa di pittura estemporanea”. Ho un caro ricordo sia di Ezio che di Albertina, erano persone speciali”.

Ricordo certo... ricordo che anche la Dialettale deve ad Ezio la sua costituzione; Massimo mi ha detto che quando i ragazzi della Cantina dell’Arte hanno organizzato il primo Guinness Party occorreva qualcuno che si assumesse la responsabilità. A chi pensate abbiano chiesto aiuto?

 

Va beh, ho capito ricordare tutto quello che ha fatto è impossibile, ogni persona con cui parlo si ricorda un evento, mi sembra una caccia al tesoro, a proposito aveva organizzato pure quella nel periodo della fiera. Ho tentato di fare un riepilogo delle manifestazioni ma sono talmente tante che mi ci sono persa. Di una cosa però si può essere certi il Dott. Ezio Bosi era disponibile (anche finanziariamente) sportivo nel vero senso del termine e lungimirante, amava il territorio e voleva valorizzarlo e amava i giovani indirizzandoli dapprima allo sport e poi coinvolgendoli in iniziative culturali; per questo motivo lo CSI nel dicembre del 2015 lo ha premiato con una targa che recita: “Ad Ezio Bosi per una vita dedicata all’insegnamento dei valori sportivi ed educativi del CSI alle giovani generazioni”. In conclusione, Ezio ed Albertina erano proprio delle “brave persone”.

tratto da "VOCI" pubblicazione a cura di Pro Loco SIssa Trecasali numero di dicembre 2022

Quei primi divoratori d'anguria

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Fortunatamente la cronaca consegna anche momenti di divertimento, come la gara dei "mangiatori d'angurie"che si svolgeva ogni anno a Sissa.
La manifestazione nata come supporto alla sagra del paese e come risposta campanilistica alla gara dei "nasoni" a Soragna, divenne un appuntamento nazionale fino ad ospitare il campionato mondiale dei mangiatori d'angurie, vinto da un iraniano.
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A inventare questa singolare gara era stato nel 1969 un dentista parmigiano, il dottor Ezio Bosi che pensava a qualcosa di nuovo, oltre alle giostre e alla torta fritta per portare gente alla sagra del paese.
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L'idea trova spazio davanti a un capanno d'angurie dove alcuni ragazzi si stanno gustando il succoso frutto estivo; una fetta dopo l'altra come una sfida! E da quella scenetta nacque l'dea della gara, un premio a chi avesse mangiato più kili del succoso frutto estivo.
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Ezio Bosi è sempre stato un grande organizzatore nel mondo dello sport e in poco tempo mise in piedi la competizione. Qualche soldino per l'iscrizione per coprire le spese di acquisto delle angurie, l'illuminazione e altro. Il resto tutto volontariato ,dalle vallette che reggevano le bacinelle, alla giuria, e in prestito tavoli e bilance .
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Nasce cosi' in sordina nel 1969 il primo campionato di mangiatori d'angurie, come una grande festa dell'estate. Bosi non pensava certamente di vedere tanta gente ad iscriversi, costretto ad escludere decine di richieste per ragioni organizzative. Ma subito l'anno dopo, la stravagante manifestazione estesa anche alle donne, esplode, arrivano da ogni parte d'Italia per addentare quelle fette di cocomero e aggiudicarsi il primo premio,.
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Ormai la gara dei mangiatori d'angurie è su tutti i calendari delle manifestazioni estive nazionali, al punto che si arriva a un campionato mondiale nell'estate del 1987.
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E un bilico scarica sul campo 35 quintali d'anguria pronte per la gara!!!
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Vince un iraniano. La manifestazione cara a Bosi è andata in calando una decina di anni fa, in linea con la scomparsa dei i simpatici capanni d'angurie che si trovavano lungo i viali della città. Cambiano i tempi, anche l'estate si vive in un altro modo.
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tratto da: http://la-parma-di-gio-parma.blogautore.repubblica.it/2013/10/03/quei-primi-divoratori-danguria/

05-03-2008

ai coniugi Bosi, la tessera di Soci Onorari degli Amici del Piccio, per " l'incoraggiamento, il sostegno e la fattiva collaborazione prestati nella ricerca dei luoghi e dei documenti che hanno permesso di riscoprire il grande artista montegrinese dall'Associazione Amici del PIccio.

gennaio 2011

PREMIO SANT'iLARIO PER LO SPORT

Per tredici anni, è stato il numero uno della sezione di Parma del Centro Sportivo Italiano, ma ha anche fondato l’associazione sportiva “Ardisci” e la Polisportiva CSI Libertas Sissa. Grande amante dello sport e del volontariato, per cui è stato insignito anche del titolo di Cavaliere della Repubblica. Con questa motivazione Ezio Bosi è stato insignito del prestigioso premio S. Ilario per lo Sport 2011 alla Corale Verdi da parte dell’Unione veterani dello Sport di Parma presieduta da Corrado Cavazzini.