Con decreto del 30 Settembre 1820 la Duchessa Maria Luigia stabili le norme per la suddivisione di dette terre alluvionali. Il termine “Comunaglie” di etimo antico e di struttura remotissima, si pensa che derivi da “terrae comunaliae”, come si riscontra della dizione prevalente usata nei vecchi statuti ed atti della comunità degli abitanti dell’Italia nord-occidentale e centrale.
Le “Comunaglie” di Coltaro sono costituite quasi totalmente e provengono da alluvioni o da ballottino formati dal Po lungo o di fronte al territorio di Coltaro.
tratto da Voci n. 7/2022
Quando, passata la Nautica di Torricella, si percorre l’argine maestro del Po in direzione di Coltaro ad un certo punto la vista del fiume scompare dietro i grandi alberi del Parco “Boschi Maria Luigia” e poi dietro il grande bosco della Comunalia di Coltaro.
I più non sanno che con quei terreni gli abitanti di Coltaro hanno un legame antico oltre 5 secoli e vantano un diritto che costituisce un “unicum” nel panorama giuridico della Repubblica Italiana.
Cercherò nella esposizione la massima semplicità e brevità, anche se qualche riferimento normativo è d’obbligo per non essere superficiale. Partiamo dal titolo dell’articolo e perché mi è venuto spontaneo scrivere “Un altro modo di possedere”.
È quasi un obbligo di riconoscenza verso il Prof. Avv. Paolo Grossi – Presidente Emerito della Corte Costituzionale, scomparso qualche giorno fa, il quale scrisse nel 1977 un libro con tale titolo nel quale spiegava l’origine antica delle Comunalie (definite anche partecipanze agrarie, o domini collettivi, o assetti fondiari collettivi) e che il 30 settembre 2020 in occasione del Bicentenario dello Statuto di Maria Luigia venne a tenere nell’Aula Magna dell’Università di Parma una “Lectio Magistralis” per celebrare la ricorrenza tanto cara ai Coltaresi.
La superficie dei boschi di Coltaro è di circa 3.000.000 di mq. La legge 168 del 20/11/2017 così stabilisce per la proprietà collettiva: “ogni membro della Comunalia ha il diritto di godere delle cose in modo pieno, non esclusivo rispetto agli abitanti del luogo, ma esclusivo rispetto ai non residenti”. È questo punto, la cosiddetta terza via del possedere, che costituisce appunto “l’altro modo di possedere”.
La Comunalia ha avuto nel corso dei secoli due grossi momenti critici:
1. Anno 1806. Napoleone Bonaparte si incorona Imperatore ed abolisce tutti i diritti di proprietà collettiva. Napoleone cadrà a Waterloo nel 1815 e dopo il Congresso di Vienna governerà il Ducato di Parma e Piacenza Maria Luigia d’Austria. Una supplica dei Coltaresi alla Sovrana porterà alla restituzione dei “Ballottini” sancita dal c.d. Statuto di Maria Luigia (Legge 130 del 30/09/1820).
2. Anno 1927. Il Governo Mussolini liquida tutti i c.d. “Usi Civici” mettendo fine alle proprietà collettive. I Coltaresi si oppongono e resistono fino al 1947 quando, con una istanza al Presidente della Repubblica, otterranno uno speciale decreto di dispensa firmato dal Ministro dell’Agricoltura Antonio Segni (20 giugno 1947) – futuro Presidente della Repubblica.
A sistemare definitivamente le cose nel mondo delle proprietà collettive è arrivata la citata Legge 168/2017 (c.d. Legge Pagliari) che sintetizza il pensiero giuridico del Prof. Grossi. Grazie al diritto di pascolo, di pesca, di fienagione e di fare legna su quei terreni in proprietà collettiva i Coltaresi hanno vissuto per intere generazioni.
Lo Statuto di Maria Luigia difende quei diritti e tutela la conduzione collettivistica dei terreni responsabilizzando gli utenti con l’obbligo di coltivazione e di apporto di migliorie. È ancora pienamente applicato al giorno d’oggi ed è un esempio di buona amministrazione: ogni anno vi sono le votazioni per rieleggere metà dei Consiglieri (10 in totale) e per la nomina successiva del Presidente e del nuovo Segretario protempore.
Tutte le funzioni amministrative sono svolte gratuitamente. La Comunalia oltre a gestire il Patrimonio boschivo eroga alcuni servizi per la collettività: si è presa cura di “Un altro modo di possedere” ristrutturare le ex Scuole Elementari di Coltaro che ospitano il Circolo Ricreativo, la Sala Civica, il Museo Cantoni, il Museo dei Combattenti, la Biblioteca Musicale e la sede di Rappresentanza dell’Ente.
Inoltre, da un decennio, ha messo a disposizione un appartamento adibito ad Ambulatorio Medico permettendo ai residenti di fruire del servizio del medico di famiglia in paese. Eugenio Martani Festa della Comunalia, 2018: benedizione e inaugurazione della nuova tensostruttura 14 settembre 2014: Inaugurazione del nuovo ambulatorio medico Segnalo fra tutte una clausola statutaria modernissima e che riguarda il forestiero: colui che viene a vivere a Coltaro ed “ivi fa fuoco” in casa di proprietà, dopo dieci anni gode degli stessi diritti dei Coltaresi.
Un messaggio ideale, partito due secoli fa, per il Parlamento Italiano, che da tanto tempo affronta senza successo il tema della “jus soli”.
Nel concludere questo breve scritto, mi auguro che possiate ora comprendere meglio l’attaccamento, l’orgoglio ed il senso di appartenenza che ogni Coltarese ha verso la Comunalia e la profonda devozione, tuttora vivissima, verso la Duchessa Maria Luigia. E magari, quando ripasserete sull’argine ed osserverete i terreni ed i boschi della Comunalia, vi verrà alla mente l’importante dimensione ambientale e sociale che questi luoghi hanno da tempo immemore…
(I Articolo)
"Noi Maria Luigia principessa imperiale e arciduchessa d'Austria, volendo esaudire le preci degli abitanti della Villa di Coltaro abbiamo determinato che le comunaglie possono essere divise tra gli abitanti di quel comunello che ivi abbian casa propria ed in essa faccian fuoco, od antichi originari d’esso Comunello, che hanno per infortunio perduto la casa »
Altri articoli stabiliscono che ogni famiglia poteva godere di una sola comunalia, che chi lasciava il paese perdeva il diritto all’usufrutto e che chi avesse perso, a causa dell’alluvione il proprio pezzo di terreno, avrebbe avuto successivamente il primo appezzamento nuovamente formatosi o resosi libero. Vi era inoltre regolato il diritto alla successione.