Dialettale sissese - la storia

Il lunedì della fiera: in Montagnola dove recita La Dialettale Sissese.

STORIA DELLA “DIALETTALE SISSESE”

“A SÍŜA, paes in dù ‘ĝ n’in völ sent par maŝär ‘na béŝa”, cmé diz cój ad Cultèr (a Sissa, paese dove ci voglino 100 persone per usccidere una biscia, come dicono gli abitanti di Coltaro), nel lontano 1967 c’era un gruppo di amici con poche lire in tasca e tanta allegria in corpo.

Un giorno quei ragazzi con entusiasmo e fantasia, spronati anche dal Dottor Ezio Bosi, s’improvvisarono teatranti, cercarono il testo adatto e portarono in scena “I pugiöi in strä’ méstra”, commedia in vernacolo parmigiano adattata da una pièce teatrale di Macario. Fu così che nacque “LA DIALETTALE SISSESE”.

Sono passati gli anni, ma quell’idea, nata più per gioco che per scelta, è stata coltivata e fatta crescere ed è oggi, a distanza di 52 anni, una splendida realtà del Teatro Dialettale Parmense. Il merito è di MAURO ADORNI, uno dei ragazzi di allora. Questo “ragazzo”, anima trainante del gruppo, è il tramite fra passato e presente; è lui con la sua vena creativa di autoreinterprete che ci consente di ricordare, ridendo, come eravamo e da dove veniamo. È lui che molto ha fatto e continua a fare per la sopravvivenza del dialetto spesso sconosciuto a molti giovani d’oggi.

Per MAURO dialetto è vita, è spontaneità, è salvare parole che vanno sparendo, è conservare un patrimonio culturale che non è soltanto popolare.

Gli anni che vanno dalle origini fino alla seconda metà degli anni ’70 possono essere definiti a ragion veduta “anni pionieristici” per vari motivi. Prima di tutto la “SISSESE” non è ancora un gruppo omogeneo con una fisionomia ben definita: vari sono i componenti che entrano ed escono in quegli anni anche a brevi intervalli di tempo; né la Compagnia si è data ancora la denominazione attuale. Secondariamente non c’è ancora un chiaro intendimento programmatico per quanto concerne mezzi, tempi, luoghi, sede, frequenze di spettacoli: alcune commedie, ad esempio, sono portate in scena anche una sola volta, su palchi spesso improvvisati e in piccole località.

Siccome nessuno voleva regalare i testi a quella piccola Compagnia di appassionati con tanta voglia di divertirsi e di divertire, Mauro si inventò decisamente scrittore e capo-comico finendo per scrivere nel corso degli anni tante storie più o meno buffe, più o meno strampalate, che hanno conquistato e continuano a conquistare la gente di tutte le sale per il loro realismo caricaturale bonario e paesano, per la loro divertente e genuina comicità.

Sul finire degli anni ’70 la DIALETTALE SISSESE si appresta a divenire una Compagnia pressoché stabile formata da una decina o poco più di componenti e tale rimane fino ai giorni nostri, salvo modesti cambiamenti. Risale pure a questi anni l’inizio di tale denominazione, dopo aver scartato altri appellativi più folcloristici e coloriti.

Dal lontano 1967 la DIALETTALE SISSESE ha fatto moltissima strada tanto da risultare una delle migliori e delle più richieste di tutta la Provincia di Parma. Le testimonianze non mancano di certo; citiamone una su tutte: l’annuale “Festival Provinciale della Prosa in Vernacolo” di Varano Marchesi, cui la Compagnia partecipò per la prima volta nel 1982 con “La Mäpa”.

Si può dunque a ragion veduta ben dire che di anno in anno la DIALETTALE SISSESE ha conquistato il pubblico con un crescendo di interpretazioni di prima qualità, una ricerca inedita, una evoluzione costante nel dipanarsi quasi annuale delle commedie scritte da MAURO ADORNI. Molti interpreti si sono succeduti nel corso degli anni fino ad arrivare all’omogeneo gruppo attuale arricchitosi recentemente, seppur saltuariamente, anche di ingressi giovanili. Se MAURO è, oltre che attore, anche autore di qualità, bisogna altresì evidenziare il rapporto che i suoi testi hanno con la “sua” Compagnia, come abiti tagliati su misura per ognuno degli attori: un cast ben assortito capace di interpretazioni magistrali.

Il personaggio: MAURO ADORNI

 “Io aiutavo a montare le scene, mi davo da fare nei lavori esterni, ma non avevo mai pensato di recitare. Accettai di fare la parte di un tappezziere. Eravamo a Suzzara, nel teatro della Ditta OM. La mia unica battuta era: “Sono venuto per le misure”. Entrai e la gente si mise a ridere subito, senza che parlassi. Dissi la battuta e mi avvicinai alla finestra. Anche se non era in copione, feci finta di cadere e poi iniziai a zoppicare. Improvvisai. Ci fu una specie di boato!”. Era il 1968.

Da allora MAURO non ha più smesso di salire sul palcoscenico, di far ridere e di recitare a soggetto. È capace di stare parecchi minuti immobile, in silenzio; la gente ride lo stesso. Quella maschera surreale che è la sua faccia parla per lui.

“Per due anni le commedie ce le ha fornite la Famìja Pramzana. Poi non sapevamo più dove trovarne e allora mi sono detto: “Le scrivo io”. Non l’avevo mai fatto, ma mi venivano fuori così, come il fiato. In dialetto. Ne ho scritto più di trenta”.

 

È nato a Sissa nel 1941. La sua era una famiglia di fornai. Anche lui ha imparato il mestiere e lo ha fatto fino a trent’anni. Poi ha cominciato l’attività di posatore. Un lavoro pesante, ma allora redditizio. Oggi è in pensione da tempo, anche se prima di andarci manifestava “paura di non saper più cosa fare”. Mica male per uno che recita e scrive commedie, poesie e racconti: quando parla delle sue passioni, il teatro, i versi, dice “di non aver mai abbastanza tempo per fare tutto quello che ha in mente”. Ma la sua penna viaggia con facilità.

“A scuola mi rimproveravano perché parlavo in dialetto, ma a me veniva naturale; era la mia lingua, il modo migliore per esprimermi”. Come ora. Con il dialetto riesce a far ridere e anche commuovere: è la voce dolce e amara della “Bassa” tranquilla e laboriosa tra le spire strette e talora vor ticose, rabbiose del Taro e le morbide, ampie anse del Po, il Grande Italico Fiume.

Il Po, il “suo Po”! Quello dei ricordi, quello di una volta! “Andär adré Po” era il gioco preferito dei ragazzi della “Bassa”. Anche il suo. “Ci sono andato anche il giorno dell’esame di terza media. Avevo paura, non mi sono presentato a scuola e me’ mädra la m’é cursa adré!”.

Il fiume allora era limpido, era il mare di tutti e non costava niente. Quelli di Sissa ci andavano il sabato e la domenica nei mesi estivi. Tra i giovani bagnanti nascevano amicizie e amori. Anche MAURO ha conosciuto la donna della sua vita sulla spiaggia. E una volta sposato si è stabilito “d’ad là da l’äcqua”, a Torricella del Pizzo.

Ma “prima ad màtar la testa a pòst”, come si usa dire, MAURO era un tipo, diciamo, “piuttosto vivace”. Era sempre in pista, con gli amici naturalmente.

“Gli ultimi anni ’50 sono stati bellissimi! Era il momento del passaggio da “senza soldi” a “con un po’ di soldi in tasca”. Con duecento lire si andava al ‘Ducale’ a Parma a vedere l’avanspettacolo e subito dopo al cinema. Quando a Sissa arrivavano le giostre, facevamo l’abbonamento: con cinquecento lire si stava sull’autopista tutta la sera. C’era uno di noi che aveva la moto con dietro un carrettino. Ci caricava in quattro o cinque e si andava in giro. Una volta eravamo andati a ballare. Nel piazzale davanti al locale facevamo i furbi girando in tondo: ad un certo punto “al caràt al s’é ingalunà e al s’ha bütà töt föra par tèra!”.

Altra epoca. Da allora sono cambiati i tempi, sono cambiate le persone. Anche il fiume non è più lo stesso. È come se la gente e l’acqua si fossero ammalate contemporaneamente in un comune destino.

“È stato intorno alla metà degli anni ‘60 che è iniziato l’inquinamento del Po. Al 1965 è legato il ricordo della tromba d’aria tremenda che aveva distrutto buona parte di Torricella. Quel pomeriggio di domenica 4 Luglio eravamo al fiume. C’era un vento che sollevava la sabbia e ci eravamo riparati con le salviette. Siamo ritornati in macchina mentre iniziava il tornado. Passavamo in mezzo al paese e vedevamo le tegole volare, la macchina dondolava. Siamo riusciti ad oltrepassare la zona più colpita appena in tempo: i tetti e i muri di tante case erano crollati, gli alberi sradicati. Un disastro”.

Storie di fiume. Storie di acqua e di terra, quasi sempre divertenti, ma a volte amare, malinconiche e poetiche come i tramonti d’autunno lungo le rive. Storie vissute, oppure storie che MAURO ha solo sentito narrare, ma che nei suoi racconti o nelle sue poesie e persino nelle sue commedie srotolano senza sosta facce, personaggi di paese, scene di vita del passato, scene tradizionali, figlie della nostra terra; perché la sua missione è “mantenere viva la memoria, ricordare, anche divertendo, da dove veniamo, come eravamo e perché oggi siamo così”.

 

AL MÉ PO

Sempar bèl gnirat a catär

specialment sót sira, l’ura dal tramuntär.

In mèza a ‘na campägna afùsa e maläda

a t’aĝ sì te, o Po, che c’mé ‘na vena squarciäda

at pòrt a la Bäŝa Padäna

al sanguv, la véta, la mäna.

 

Mument d’incant, quanda i culùr

inturna a te, senŝa pitùr, iŝ mastüran tra lur

e ŝùra a töt a gh’é ‘l róŝ fughént, ch’al renda,

mo guärda, la to’ äcqua culùr argent.

 

Al piòpi, in fila c’mé tant granatér su l’atenti,

it salötan cum al föji e iŝ mövan cuntenti,

parché i ciäpan da te cl’alzéra ruzäda

ch’l’é al so’ pan par töt la giurnäda.

 

La bärca dal pascadùr la fila la sponda

e, sbürläda dal ram che cum fòrŝa al täja l’onda,

la rompa al róŝ ch’a s’inspiciäva dal ciel

e la läŝa ‘na scia sütìla in ŝima al to’ vél.

 

‘Na pelicola ad vent la täca a spirär

 e, intanta che l’erba pavéra l’aŝ läŝa dindulär,

al gabiàn al vèra j’äli e ‘l vula via;

ma dopa l’arturna; aĝ piäš tròp la to’ cumpagnia.

 

Al sul l’ha bèle lugà al so’ müš,

la lóna in mèza al növli l’ha vèrt al so’ büš

e la cumincia a fär j’ombri pö longhi

infén a quarciär l’ärzan, i bòsĉ, al to’ spondi.

 

A cäla la sira. Da la bianca sabièra

sa stenda, alzéra, la cuèrta ad fümèra

ch’la sa sparpäja par töta la pianüra,

purtand a la Bäŝa ricaŝa par la natüra.

 

Sempar bèl gnirat a catär. A turnarò.

Cósto l’é ‘n amìĝ! Cósto l’é al me’ Po!

 

 

Mauro Adorni (1989)

Le commedie

MISSION GUERRINA,                                     AL MORBO EFISIO,

AL DUTUR,                                                    SANGUV BLÓ

LA MAPA,                                                       SCUMATOMIAN?,

L'AMERICAN IN TAL GRANÈR,                        AL LINSOL,

AL SOSIA,                                                      LA GRAMLA,

AL FI0L DAL CAMPANÈR,                                LA CA' DI MADGÒN,

LA RECITA PRAL VASCUV,                              IN PARADIS CHI `G VA?

VÄT A FÄR VISITÄR,                                      AL POVAR ZIO,

TRI LAMPÀS, ‘NA TRUNÄDA E…,                    AL CIÄCRI IÉN DÓNI, I FÄT IÉN MÄSC,

RÒBI DA MAT.                                               AL CIAPA CIAPA,

MATRIMONI IMBRUJA',                                  ME A LA MAS,

VIVA I TRI DE' (2008),                                   I SEGRET DAL DONI (2009),

FINALMENT LA PENSION (2010),                   A GH’E’ CALA’ UN PEL (2011),

‘NA MÒRTA CURIÙSA (2012),                        INSÓNI SENSA FÉN (2013),

L’EMUŜIÓN LA VEN DAL CÖR (2014),            CHE BÈLA LA TÓSSA!! (2015),

QUOTA 90 (2016),                                         'NA BÈLA VENDICÄDA (2017),

AL BCHÈR (2018)