l'amor perduto fra  Vittoria e Morello

Ovvero la drammatica storia d'amore di Vittoria Terzi e di Morello da Parma, vissuto nella Rocca dei Terzi, a Sissa. 

Tutto ebbe inizio...

 

Nell'anno del signore 1471 Paola Lanfranchi o De’ Lanfranchi, vedova di Guido Terzi e madre di Vittoria, Gianmaria e Panfilo, costrinse Vittoria nel Convento di San Domenico a Parma per interrompere la "liaison d'amore" che questa intrecciò con un certo Morello da Parma, familiare d'Armi del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, ma di rango sicuramente inferiore (Vittoria era una contessina)

La leggenda vuole che Morello, cercò di sposare in segreto Vittoria, proprio come nel romanzo ottocentesco di Manzoni "I Promessi Sposi" e proprio come nel romanzo il prete di allora si rifiutò di sposarli.

Dopo che Vittoria fu costretta nel Convento di San Domenico di Parma, Morello si rivolse al Duca Galeazzo Maria Sforza per chiederne la liberazione.

"Storia della città di Parma" di A. Pezzana
"Storia della città di Parma" di A. Pezzana

Fu inviato quindi un vicario vescovile eccone la descrizione e parte del verbale allora redatto, estratto da pag. 337

 

 

"a.d. 1471

 

La buona concordia In che era a questi di il nostro clero col regnante fece altresì che nel mese di maggio, avendo un Morello da Parma, familiare darmi di Galeazzo, fattagli istanza che fosse posta in libertà Vittoria Terzi che egli asseriva essere sua legittima sposa, e cui la madre Paola Lanfranchi vedova di quei Guido terzi, negando tale asserzione, aveva fatta rinchiudere nel convento di San Domenico per impedire tanto disuguali nozze, il Duca, anziché servirsi di qualunque altro mezzo a decidere tale controversia, alla curia vescovile di Parma commise di esaminare se veramente seguito fosse il matrimonio.

 

Fu verificato il no".

 

 "Il giorno 15 di maggio il vicario vescovile si porta a Sissa, residenza dei Terzi, interrogò la Paola madre e tutrice di Vittoria, ed i fratelli di questa Panfilo e Gianmaria.

 

Tornato a Parma a di 18,6 esaminò la stessa Vittoria nella chiesa di San Domenico.

Dalle loro deposizioni non risulta già che fossero seguito le nozze; ma solamente che Morello essendo vassallo dei Terzi, usava nella casa di questi e che avea più di una volta fatti a Vittoria presenti, uno dei quali si fu un Ducato d'oro pro strena a Pasqua di epifania nel passato anno. Paola Lanfranchi suddetta era da Pisa.

 

Si è già veduto a che ella era tutrice di Panfilo e Gianmaria"

 

Se si sa che Vittoria fu rinchiusa in convento, nulla si sa circa la sorte di Morello.

 

Allontanato?

Incarcerato?

Ucciso? 

 

Resta il mistero che avvolge la leggenda: si narra  che in certe notti si sentano ancora i lamenti, i pianti e il bussar di porte dei due innamorati per l'ingiusta e triste sorte subita.

Castello di Bardi
Castello di Bardi

Ci aiuta a tornare coi piedi per terra la lettura di una quasi simile leggenda svoltasi sempre nel quattrocento, in quel del castello di Bardi, fra la bella e nobile Soleste e un certo Moroello di non pari rango.

 

Che Morello (l'uno) e Moroello (l'altro) fossero la stessa persona?

 

E che costui scorrazzasse per i castelli parmensi insidiando e facendo innamorare di sé tutte le belle castellane?

 

In tal caso il suo divagare si fermò a Bardi dove "sicuramente", secondo la leggenda, morì per amore.

Tristano Sforza
Tristano Sforza

Ma un Morello da Parma è veramente esistito

 

SCOLARI MORELLO Parma 1439 Fu Commissario ducale di Parma nell’anno 1439.

Un'altra documentazione attesta che un certo Morello Scolari di Parma, era un famigliare d’armi dei Visconti (e poi degli Sforza), feudatario di un piccolo castello piacentino che allevò Tristano figlio naturale che Francesco Sforza ebbe da un occasionale incontro proprio con la concubina del Morello.

Tristano fu allevato ed educato per quattordici anni nella casa milanese del compiacente Scolari, dunque fino al 1443 circa: la circostanza è riferita dallo stesso Morello in una lettera inedita a Francesco Sforza, del 1462, dove ricorda anche di aver parlato del nuovo nato al duca Visconti. 

Un atto notarile del 1445 colloca lo Scolari a Milano in porta Vercellina, parrocchia del monastero Nuovo, con la moglie, la nobile milanese Dorotea della Croce e i figli.

  

Difficile quindi che il "nostro" Morello fosse quest'ultimo, ma... all'epoca non ci deve meravigliar di nulla, posto che proprio Tristano Sforza nel  1468  fu inviato in Francia al Castello di Amboise dove rappresentò il fratello Galeazzo Maria nel matrimonio per procura con Bona di Savoia. Il matrimonio consistette in una fedele rappresentazione del rito religioso, del banchetto e della prima notte. Con grande sforzo da parte di Tristano che, pur essendo sposato, non aveva interesse per il gentil sesso, essendosi sempre dichiarato omosessuale, perciò Galeazzo Maria Sforza manifestò alcuna gelosia.