2021: 700 anni dalla morte di Dante

Nella ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Dante Pro Loco ha allestito una mostra all'aperto; "Arte in vetrina".

In Piazza Scaramuzza, nelle vetrine della Cassa Padana BCC, sono stati esposti 10 pannelli illustrativi di altrettanti canti della Divina Commedia.

 

È questo l'omaggio che Pro loco Sissa Trecasali ha voluto fare all'illustre concittadino Francesco Scaramuzza, che qui e nato nel 1803.

La sua ingente opera di illustratore del poema di Dante (243 cartoni a china) alla quale ha lavorato per gran parte della vita, è stata insieme a quella di Gustav Dorè la più importante dell’ottocento.

Il primo illustratore fu Federico Zuccari nel 1500: la sua opera è conservata alla Galleria degli Uffizi; alla Biblioteca Laurenziana si trovano 22 composizioni di Giovanni Stradano del 1587. 

Vari altri pittori hanno lasciato opere nel 1900, ma nessuno ha lavorato tanto quanto il nostro Francesco Scaramuzza. Proloco già a fine gennaio ha anticipato l'idea di commemorare il pittore sissese nel proprio giornalino trimestrale “Voci” in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante.

 

Per concretizzare il progetto alcuni volontari si sono adoperati per scegliere i cartoni, farli realizzare, cercare qualche sostenitore e accompagnare la mostra in vetrina con un catalogo esplicativo. Questo fascicolo di 36 pagine contiene notizie sulla vita e le opere del pittore, accompagnate da una puntuale spiegazione di ogni canto della Divina Commedia a cui le illustrazioni fanno riferimento.

 

Il catalogo della mostra potrà essere richiesto direttamente a prolocosissatrecasali@gmail.com 

 

Oltre ciò, Pro Loco donerà a ciascuno dei ristoranti del Comune di Sissa Trecasali un quadro con la riproduzione di uno dei cartoni da esporre nel locale, così da replicare la mostra “Arte in vetrina” su tutto il territorio. 

 

Oltre ciò, Pro Loco ha donato a ciascuno dei ristoranti del Comune di Sissa Trecasali un quadro con la riproduzione di uno dei cartoni da esporre nel locale, così da replicare la mostra “Arte in vetrina” su tutto il territorio. 

Infine, partendo dal catalogo realizzato per la mostra, Peo Loco ha pensato potesse essere di ausilio per le scuole un opuscolo per conoscere Francesco Scaramuzza.

 

Con l'aiuto di docenti ed educatori, è stato approntato un "quaderno" da distribuire gratuitamente agli alunni delle prime/seconde medie, è stato presentato alla Preside ed a alcuni Docenti dell'IC Sissa Trecasali, che lo hanno giudicato di interesse.

Si è quindi proceduto alla stampa.

La Docente di Arte Prof.ssa Barbara Rivara ha inserito il testo nel programma dell'anno 2021-22.

 

Il "quaderno" può essere richiesto dagli insegnanti interessati direttamente a prolocosissatrecasali@gmail.com saranno consegnati gratuitamente fino all'esaurimento delle scorte.


Biblioteca Palatina Parma - Sala Dante - Dante nella selva (particolare)
Biblioteca Palatina Parma - Sala Dante - Dante nella selva (particolare)

Tutti conoscono la figura di Durante degli Alighieri detto Dante, poeta, scrittore, filosofo e politico, nato a Firenze tra maggio e giugno 1265 e considerato il padre della lingua italiana, grazie alla Divina Commedia, universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.

 

Non tutti conoscono Francesco Scaramuzza, pittore, scrittore, medium e patriota, nato a Sissa il 14 luglio 1803, conosciuto principalmente per la sua “esperienza dantesca”, iniziata nel 1836 con la presentazione all’Esposizione di Milano di un quadro ad olio che ha per soggetto l’argomento drammatico del conte Ugolino (canto 33° dell’Inferno).

 

Due anni dopo il successo milanese Scaramuzza, che ha realizzato un notevole numero di schizzi sul poema, suscita l’interesse di Maria Luigia che gli affida l’incarico di affrescare una sala della Biblioteca Palatina di Parma, l’attuale Sala Dante.

Francesco Scaramuzza ritratto dall'allievo Cecrope Barilli
Francesco Scaramuzza ritratto dall'allievo Cecrope Barilli

Nel 1859 Carlo Farini affida al pittore l’incarico di realizzare una serie di illustrazioni ispirate all’Inferno Dantesco per poter celebrare degnamente il sesto centenario della nascita di Dante (1875).

Scaramuzza continua a lavorare al suo progetto, ma dal 1861 al 1868 pubblica le sue illustrazioni dantesche Gustave Doré, divulgate in Italia da un libraio milanese; per il successo delle opere di Dorè, in Italia, il lavoro di Scaramuzza non ha l’accoglienza che si merita, non così in Spagna dove invece ne viene esaltata l’opera.

Per vari anni i critici fanno confronti fra i due tanto che Luciano Scarabelli letterato, storico, archivista e uomo politico tiene un corso annuale di lezioni sull’opera di Scaramuzza all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Il prolungato e continuo contatto con il capolavoro dantesco, porta l'artista sissese a cimentarsi anche nella poesia: influenzato anche dalle opere di Ludovico Ariosto compone un "Poema Sacro", XXVI canti in ottave.

Con gli amici pittori e con i colleghi letterati Francesco è solito definirsi “nato per sentir Dante” oppure "poeta per procura", sostenendo di avere poteri medianici e di riuscire a scrivere grazie ai suoi poteri paranormali.

Così si è espresso per il critico Vittorio Sgarbi che curò la realizzazione di una mostra nella Rocca dei Terzi a Sissa nel 2003: "Scaramuzza riteneva di essere il tramite per il proseguimento dell'attività creativa dei grandi poeti e nella piena maturità entra nell'aldilà, inizia a vivere con le ombre evocate da Dante, le materializza nei suoi disegni e le sente parlare in una sorta di allucinazione medianica. …. solo un visionario convinto poteva illustrare il racconto del viaggio di un corpo all'aldilà e Francesco Scaramuzza si esprimeva al meglio proprio tra realtà e visione, tra uomini e dèi, tra terreno e celeste.”

E così Alberto Rondani, letterato e storico dell’arte: “quando alzo gli occhi dalle pagine del poema e li porto sui disegni del pittore parmigiano è come se continuassi a leggere nella Divina Commedia; continua in me la stessa illusione perché le figure messemi innanzi dal pittore si muovono, sentono e operano come nel poema. … Negli autoritratti giovanili lo vediamo di forte tempra contadina come la bella stirpe nata nella buona e generosa terra di Sissa.”

Il lavoro sulla divina Commedia, iniziato nel 1838 e terminato 38 anni dopo nel 1876, consiste in 243 disegni eseguiti su cartone con penna a china, così suddivisi: 73 Inferno, 120 Purgatorio e 50 Paradiso ed è ora di proprietà degli eredi Perizzi.

Ma non solo Divina Commedia: attratto dalla pittura sacra e particolarmente dotato nella ritrattistica, numerose sono le opere dell'artista sissese conservate in tutto il Paese.

Tra i più famosi si ricordano: Silvia e Aminta del 1828 e Il baliatico del 1842 (Galleria Nazionale di Parma); Volta dipinta a tempera raffigurante Prometeo che ruba il fuoco agli Dèi (Salone Maria Luigia nel Palazzo della Pilotta); San Rocco guarisce gli appestati del 1831 (Chiesa di S. Rocco a Parma) e La discesa al limbo del 1856 (Castello di Moncalieri, TO).

Di idee liberali, travestito da contadino partecipò alle lotte politiche del tempo e rischiò la vita per portare in Piemonte, a Camillo Cavour, l'adesione di Parma allo Stato Sardo.

Francesco Scaramuzza muore a Parma il 20 ottobre del 1886.